| Adaptcore - Idle Process.
Artista russo che propone quest 'album aprendolo con un atrio affollato che pian piano sfoca sulle movenze d 'un fruscio disturbo tra qualche eco sparso. Disturbi ed interferenze televisive s 'allacciano e surclassano progressivamente la base che ,nella terza traccia ,sembra delinearsi verso una sola direzione ,piccoli sibili fanno capolino introducendoci la quarta ,spezzata e più ruvida che procede dirigendosi assieme alla quinta ad un fondo più profondo e quasi melodico che ricorda un pò una pianura d 'ombra. Una melodicità sintetica e fredda ,composta da bassi e fruscii in un ottimo alternarsi Noise che lascia piccolo spazi a sorte di miscele Ambient ,gradevoli ed ipnotiche ,soprattutto in Service Control (sesta traccia). Più violenta e quasi space ci inoltriamo nelle profondita della prossima traccia ,un tunnel metallico in cui tutto rimane sospeso fino ai picchi elettronici degli ultimi secondi ,così scivola l 'ottava traccia e ci riporta fuori dal tunnel. Un ambiente digitale con spigoli e nuovi apparati che si muovono tra onde e fruscii che sbarcano all 'interno d 'una fabbrica di suoni modulari ,acide catene di montaggio e soffuse linee di bassi che ondeggiano nel completare il prodotto ,quì ,all 'undicesima soglia ,troviamo nuovamente un 'incupimento accompagnato da uno sperimentale radio-channel che trasmette unicamente piccoli movimenti distorti. Spiazzante e quasi ipnotico il tutto ci riporta sulla retta via nella traccia numero 12. Ritmica e con un fondo che mi ricorda produzioni industriali di qualche anno fà ,in piccole parti ovviamente ,quì ci troviamo all 'ascolto d 'un album Noise ,che ,pur essendo un concept non credo debba essere migliorato per guadagnarsi l 'appellativo di "buon lavoro". La tredicesima traccia è qualcosa di superiore ,un passaggio ritualistico del massacro ,incalzante ,altalenante ed ipnotica ci introduce molto bene le seguenti due tracce. 16: dalle interferenze da cui siamo partiti giungiamo ad un totale incupimento ,distorte filastrocche c 'accompagnano felici sottobraccio ad uno strofinamento metallico e perseguitandoci nella diciassettesima traccia (forse il 17 non porta così male come si dice)... Le ultime due tracce s 'intrecciano quasi nell 'intento di prendere il controllo su ciò che è la comprensione ,distorti dialoghi s 'alternano a sprazzi di violenze elettriche. E di nuovo ,nel finale ,ci troviamo all 'interno di quel tunnel ,attraversato da sibili e pavimenti che si sbriciolano al passare della luce. Quasta volta ad aspettarci non c 'è più la fabbrica ,ma un piacevole sciamare del suono ,quasi una piccola ninna nanna prima di disconnettere il cervello. Se questo è "solo" un concept ,aspetto molto da questo giovane artista Russo.
Spesso non viene considerato l 'artwork. Questo personalmente mi piace molto ,sintetico e soavemente freddo nelle sfumature.
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